Nuovi Lumi
di Margherita Centanari, Giorgio Panizza
Nel processo di laicizzazione delle istituzioni formative della classe dirigente e delle professioni, in Italia un decisivo passo in ordine di tempo è realizzato a Torino, con le riforme dell’Università di Vittorio Amedeo II (1720-1723). Nel progetto richiesto all’inizio a Scipione Maffei si sottolineava la necessità di «un dotto Maestro di Lettere Greche, il quale è meraviglia e vergogna somma come manchi in oggi quasi in tutte le Accademie italiane» (Parere sul miglior ordinamento della Regia Università di Torino, Verona 1718, p.4). Benché quel progetto non fosse seguito, l’insegnamento del greco fu sempre stimato. Come mostra la ristampa qui esposta, anche a Torino lo strumento di studio fu la più diffusa grammatica greca del Settecento, quella del padovano Jacopo Facciolati (1682-1769), innovativa per la presenza di esempi testuali a documento delle regole. La ritroviamo tra i libri su cui anche Alessandro Verri studia il greco. A Milano, con la soppressione dei Gesuiti (1773), il loro stesso Collegio braidense diventa sede di un fondamentale complesso di istituzioni culturali pubbliche, dove anche vengono trasferite le Scuole palatine, un’antica istituzione laica, che comprendeva l’insegnamento del greco. Ne furono autorevoli docenti Carlo Maria Maggi (1630-1699) e il figlio Michele (1658-1723). Maggi padre è un protagonista del rinnovamento culturale milanese tra l’eredità barocca e l’Arcadia, alimentato da una ricerca di misura e di razionalità cui anche la “grecità” serviva da modello. [...]
Enlightening innovations
In the process of the secularisation of the educational institutions for the ruling class and the leading professions, a decisive step was taken in Turin, with the University reforms promoted by Victor Amadeus II (1720-1723). A report by Scipione Maffei emphasized the need for “a learned Master of Greek Letters, which to our marvel and shame is lacking today in almost all Italian Academies” (Parere sul miglior ordinamento della Regia Università di Torino, Verona 1718, p. 4). Although Maffei’s campaign led to nothing, the teaching of Greek was always valued. As shown by the reprinted work here, even in Turin the most common Greek grammar of the 18th century was that of the Paduan Jacopo Facciolati (1682-1769), which was considered innovative as it included textual examples as demonstration of the grammatical rules.
We find it among the books with which Alessandro Verri studied Greek. In Milan, with the suppression of the Jesuits (1773), their own college (which now houses the Brera complex) became the headquarters of a fundamental cluster of public cultural institutions, where the Palatine Schools, an ancient secular institution that emphasized the teaching of Greek, were also transferred. The Palatine Schools gave rise to the towering figures of Carlo Maria Maggi (1630-1699) and his son Michele (1658-1723), and the elder was also central to the Milanese cultural renewal between Baroque heritage and Arcadia, fuelled by a search for measure and rationality in which the notion of ‘Greekness’ also acted as a model. [...]