Perché questa mostra?

Geri Della Rocca de Candal, Paolo Sachet, Marina Zetti

Da diversi anni, ogni autunno, la Biblioteca Nazionale Braidense propone un’articolata mostra bibliografica su una delle grandi lingue della cultura mondiale, valorizzando la poliedricità del suo ampio e in parte ancora sconosciuto patrimonio con lo scopo di evidenziare le relazioni che si sono intrecciate nei secoli tra l’Italia e il resto del globo.

Dopo il cinese, il giapponese e l’arabo, ci soffermiamo oggi sul greco, lingua per eccellenza dell’antichità mediterranea. La mostra Alpha Beta. Apprendere il greco in Italia (1360-1860) intende ripercorrere una storia plurisecolare e unica nel suo genere: la trasmissione ininterrotta della lingua greca in Italia nei cinquecento anni che intercorrono tra gli esordi trecenteschi e l’assetto della scuola unitaria sancito con la legge Casati. Muovendo dagli interrogativi del presente sull’utilità del greco nel nostro sistema scolastico, il percorso tocca tutti gli snodi fondamentali della vita culturale della penisola, dalla Firenze umanistica fino alla Milano del Romanticismo, con una tappa conclusiva che ci porta alle radici della Grecia moderna. 

I visitatori, siano essi studenti attualmente alle prese con la materia o più maturi estimatori della classicità, potranno non solo riscoprire questa tradizione in tutta la sua complessità, ma anche rivivere gioie e dolori di coloro che si sono cimentati nei secoli con lettere, spiriti, accenti, paradigmi e declinazioni, miriadi di regole e altrettante eccezioni.

La narrazione espositiva apre squarci nella trama del passato attraverso settanta volumi, di cui diciannove in prestito da altre istituzioni, distribuiti in sei sezioni, con un prologo e un epilogo dai toni più lievi. Si tratta di libri di testo, traduzioni e opere elementari, in una continua relazione tra manoscritto e stampato. La parabola dell’apprendimento del greco è così delineata attraverso il dialogo che gli studenti hanno intessuto nei secoli con le proprie copie di studio, sottolineandole, prendendovi appunti, ma talvolta anche distraendosi e scarabocchiandoci sopra. Non mancano libri di eccezionale rarità e valore documentario, come la traduzione latina dell’Iliade nell’autografo di Leonzio Pilato, precursore dell’insegnamento del greco in Italia, e l’unico codice greco vergato da Aldo Manuzio in persona. L’intero percorso viene riproposto nella seconda parte di questo catalogo, mentre nella prima il lettore troverà otto brevi saggi per approfondire le tematiche storico-culturali via via affrontate.

Anche in questa occasione, il ventaglio delle opere esposte ha confermato la ricchezza delle collezioni braidensi e permesso di approfondire la complessità e la varietà della provenienza degli esemplari custoditi in Biblioteca. I libri in mostra provengono infatti da diversi nuclei. Su tutti, quello formato dalla biblioteca del Collegio dei Gesuiti milanesi che ebbe sede nel palazzo di Brera fino alla soppressione dell’ordine decretata nel 1773 da Clemente XIV. Il fondo raccoglie circa 24.000 volumi che i padri della Compagnia di Gesù raccolsero nel corso di duecento anni e che erano destinati agli studi dei novizi, dei professori e degli allievi laici del Collegio. A questi libri si aggiunsero poi anche i testi conservati nelle biblioteche della casa professa di San Fedele e del noviziato di San Girolamo.

Ben rappresentata è anche la collezione delle aldine, che comprende circa settecento edizioni raccolte da Luigi Lamberti (1759-1813), titolare della cattedra di eloquenza del Liceo di Brera e direttore della Braidense dal 1803, da Robustiano Gironi (1769-1838), direttore dal 1817, e dal vicebibliotecario Francesco Rossi (1796-1873), che le riunì e sistemò in un unico fondo.

Altri volumi arrivarono in Biblioteca per effetto delle soppressioni dei conventi religiosi, molte delle quali operate tra il 1806 e il 1810, sotto il Regno d'Italia napoleonico. Il manoscritto braidense esposto nella prima sezione, Da Bisanzio all’Italia, ne è perfetta testimonianza. Questa miscellanea grammaticale quattrocentesca con un’appendice di estratti di Isocrate conserva infatti la nota di possesso del monastero benedettino di Santa Giustina di Padova.
La copia in carta grande dell’Iliade tradotta da Vincenzo Monti e pubblicata proprio nel 1810 fa invece parte della Raccolta Foscoliana, un fondo composito che accoglie al suo interno, oltre alle lettere e agli autografi del poeta, anche ventisette volumi originali e rare edizioni foscoliane arrivate in Biblioteca nel 1957 grazie all’acquisizione della raccolta di Eric Reginald Pearce Vincent (1894-1978), professore ordinario di studi italiani a Cambridge e presidente della Society for Italian Studies. Sempre nella sezione Nuovi Lumi si può ammirare un autografo giovanile di Giacomo Leopardi. Si tratta delle Inscrizioni greche Triopee che vennero inviate nel 1817 a Giuseppe Acerbi, direttore del periodico letterario “Biblioteca Italiana”. Seguono due opere provenienti dal celebre Fondo Manzoniano. La prima è la copia della Vita di Vittorio Alfieri del 1804 dove l’autore descrive le pene del suo studio come autodidatta. La seconda concerne l’edizione delle opere di Parini curata da Reina.

Nella propria copia, Manzoni appone, con qualche incertezza, un’iscrizione greca sul frontespizio de Il Mattino.
L’ampio respiro storico della mostra ha incoraggiato la collaborazione con altri istituti italiani e stranieri, specialmente per la sezione iniziale e conclusiva. Figurano tra i prestatori le due altre principali biblioteche cittadine, la Veneranda Biblioteca Ambrosiana e l’Archivio Storico e Biblioteca Trivulziana, altre biblioteche statali italiane, come la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, la Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia, la Biblioteca Nazionale di Napoli e la Biblioteca Universitaria di Genova, così come tre importanti istituzioni private, la Biblioteca della Fondazione Raffaele Mattioli, l’Archivio dei Quaderni di Scuola/Associazione Quaderni Aperti e la Fondazione Aikaterini Laskaridis di Atene. L’iniziativa ha inoltre ricevuto il sostegno di Giada, Aikaterini Laskaridis Foundation, e il contributo dell'Associazione Amici di Brera grazie al sostegno di Intesa Sanpaolo, oltre ai patrocini dell’Ambasciata di Grecia e della Consulta Universitaria del Greco.
Molti i debiti di riconoscenza contratti nel corso dei lunghi mesi di preparazione della mostra. I nostri più sentiti ringraziamenti vanno anzitutto al dottor James M. Bradburne, Direttore Generale della Pinacoteca di Brera e Biblioteca Nazionale Braidense, e alla dottoressa Marzia Pontone, già Direttrice Scientifica della Biblioteca Nazionale Braidense, per aver accolto e sostenuto con entusiasmo il nostro progetto e aver contribuito non poco alla sua realizzazione.

Per aver condiviso con generosità il proprio patrimonio di conoscenze e averci risparmiato molte inesattezze, siamo grati a tutti gli altri membri del comitato scientifico: Caterina Carpinato, Margherita Centenari, Venetia Chatzopoulou, Federica Ciccolella, Emanuele Colombo, Isabella Fiorentini, Federico Gallo, Kleopatra Kyrtata, Marc Lauxtermann, Stefano Martinelli Tempesta, Giorgio Panizza, Antonio Rollo, David Speranzi e Nigel G. Wilson.
Ringraziamo inoltre i rappresentanti delle prestigiose istituzioni che hanno acconsentito al prestito dei propri esemplari o concesso l’uso delle immagini. Siamo particolarmente lieti e onorati di aver potuto unire le forze con le altre due grandi biblioteche milanesi, l’Ambrosiana e la Trivulziana.
Poco o nulla sarebbe stato possibile senza il fondamentale apporto di tutto il personale della Biblioteca Braidense e della Pinacoteca di Brera, cui va la nostra riconoscenza. In particolare, siamo debitori a Cecilia Angeletti, Giuseppina Bani, Giuditta Barni, Elisabetta Bianchi, Flora Bonalumi, Serena Caputo, Aldo Coletto, Alessandro Coscia, Umberto Dodaro, Gabriele La Rosa, Marta Milani, Silvia Remigi, Sebastiano Solferino, Flavia Torre e Matteo Vacchini.

Siamo infine lieti di aver beneficiato della collaborazione di Ilaria Bollati e Maria Chiara Zacchi per l’allestimento, della redazione dell’editore Scalpendi per la realizzazione di questo catalogo e di Anne McLaughlin per la revisione dei testi inglesi, oltre all’aiuto ricevuto da Aretina Bellizzi, Alessandra Giuliano, Lorenzo Mancini, Sara Rosini e Nicolas Bell nel reperimento dei materiali.
Una mostra sull’apprendimento non può che riportare i curatori agli anni della formazione scolastica.
Anche a distanza di molto tempo, tornano alla mente le lezioni di alcuni insegnanti, un lascito che troppo spesso, nella turbinosa vita di adulti, si dimentica di riconoscere apertamente. Vorremo pertanto dedicare questa mostra alle professoresse Lidia Levi Fois, Paola Lorenzi e Lucia Piga.

 

Why this exhibition?

 

Every autumn in the past few years, the Braidense National Library has mounted a bibliographical exhibition on one of the great languages of the world, with dual purpose: showing the multifaceted nature of its vast and partly unknown collections and well as highlighting the cultural relationships between Italy and the rest of the globe.

After Chinese, Japanese and Arabic, the focus now falls on ancient Greek, the main language of Mediterranean Antiquity. The exhibition, Alpha Beta: Learning Greek in Italy (1360-1860), aims to retrace a centuries-old and unique story: the unbroken transmission of the Greek language in Italy in the five hundred years between its early days in the 14th century and the new school system that was introduced with the Unification of the country. Setting out from the topical question on the usefulness of learning Greek today, the journey revolves around fundamental milestones of the cultural life of the Italian peninsula, from Florence in the early Renaissance to Milan in the era of Romanticism.

Visitors, whether they are current students or more experienced enthusiasts of classical studies, will not only rediscover this glorious tradition in all its complexity but also relive the joys and sorrows of those who, over the centuries, grappled with breathings, accents, paradigms and declinations, the myriad rules and just as many exceptions.

The exhibition examines the history of this tradition through seventy volumes, nineteen of which are on loan from other institutions. Spread across six sections with a lighter prologue and epilogue, it features textbooks, translations, and elementary works, while maintaining a continuous dialogue between manuscripts and printed works. In particular, the display explores the learning of Greek through the interaction between students and their study texts: underlining them, taking notes, and occasionally getting distracted and doodling on them. Yet there is no lack of books of exceptional rarity and documentary value, such as the autograph manuscript of the Latin translation of the Iliad by Leontius Pilatus, the pioneer of Greek teaching in Italy, as well as the only Greek codex written by Aldo Manuzio himself. The second section of the catalogue provides a detailed description of each item featured in this exhibition, while the first part consists of eight short essays to investigate further the historical and cultural implications.

The range of works on display confirms the breadth of the Braidense collections and made it possible to delve into the complexity and variety of provenance of its holdings. The exhibition items are drawn from across the collection, most notably from that formed by the library of the Milanese Jesuit College, which was housed in the Brera Palace until the suppression of the order in 1773. This collection contains about 24,000 volumes that the Jesuits gathered over the course of two hundred years and that were intended as aids for the novices, professors and lay students attending the College. Shortly afterwards, other books were added from the libraries of the professed house of San Fedele and the novitiate of San Girolamo.

Equally well represented is the Braidense collection of Aldines, comprising about 700 editions collected by Luigi Lamberti (1759-1813), professor of rhetoric at the Liceo di Brera and director of the Library from 1803, by Robustiano Gironi (1769-1838), Lamberti’s successor from 1817, and by the librarian Francesco Rossi (1796-1873), who assembled them and rearranged them in a coherent series.

Other volumes reached the Library as a result of the suppressions of religious convents, many of which took place between 1806 and 1810, under the Napoleonic Kingdom of Italy. The Braidense manuscript showcased in the first section, From Byzantium to Italy, is a perfect witness to this. This 15th-century grammatical miscellany with an appendix of excerpts from Isocrates retains the ownership inscription of the Benedictine monastery of Santa Giustina in Padua.

The large paper copy of the Iliad translated by Vincenzo Monti and published in 1810 is part of the Raccolta Foscoliana, a composite collection that contains not only the poet’s letters and autographs, but also 27 original volumes and rare editions of his works that were acquired in 1957 from the library of Eric Reginald Pearce Vincent (1894-1978), professor of Italian studies at Cambridge and president of the Society for Italian Studies. In the section entitled Enlightening Innovations one can also find an early autograph by Giacomo Leopardi, the Inscrizioni greche Triopee that he sent in 1817 to Giuseppe Acerbi, the director of the literary review “Biblioteca Italiana”. Following are two works from the famous Fondo Manzoniano, comprising the autographs and annotated books of Alessandro Manzoni. The first is a copy of Vittorio Alfieri’s Life of 1804 in which the author describes the pains of his study as an autodidact, while the second is the edition of Giuseppe Parini’s works edited by Francesco Reina. In his own copy, Manzoni wrote, with some inaccuracies, a Greek inscription on the title-page of Il Mattino.

The wide historical scope of the exhibition encouraged collaboration with other Italian and foreign institutions, especially for the opening and closing sections. Lenders include: the two other main libraries in Milan, the Venerable Biblioteca Ambrosiana and the Archivio Storico e Biblioteca Trivulziana; other Italian state libraries, such as the Biblioteca Nazionale Centrale of Florence, the Biblioteca Nazionale Marciana of Venice, the Biblioteca Nazionale of Naples and the Biblioteca Universitaria of Genoa; as well as three important private institutions, the Raffaele Mattioli Foundation, the Quaderni di Scuola/Associazione Quaderni Aperti, and the Aikaterini Laskaridis Foundation in Athens. The initiative also received the support of Giada, the Aikaterini Laskaridis Foundation, and the contribution of the Associazione Amici di Brera thanks to the support of Intesa Sanpaolo, as well as the patronage of the Greek Embassy in Italy and the Consulta Universitaria del Greco.


Many debts of gratitude were incurred during the lengthy preparation of the exhibition. Our most heartfelt thanks go first of all to James M. Bradburne, General Director of the Pinacoteca di Brera and Biblioteca Nazionale Braidense, and to Marzia Pontone, former Scientific Director of the Biblioteca Nazionale Braidense, for the enthusiasm with which they welcomed our project and their contribution to its implementation.
For generously sharing their wealth of knowledge and sparing us many inaccuracies, we are grateful to all the other members of the scientific committee: Caterina Carpinato, Margherita Centenari, Venetia Chatzopoulou, Federica Ciccolella, Emanuele Colombo, Isabella Fiorentini, Federico Gallo, Kleopatra Kyrtata, Marc Lauxtermann, Stefano Martinelli Tempesta, Giorgio Panizza, Antonio Rollo, David Speranzi, and Nigel G. Wilson.
We would also like to express our gratitude to the representatives of the prestigious institutions that agreed to lend us their items or granted the use of the images. We are particularly pleased and honoured to have been able to join forces with Milan’s two other great libraries, the Ambrosiana and the Trivulziana.

Our thanks also go to the staff of the Biblioteca Braidense and the Pinacoteca di Brera for their pivotal contribution. In particular, we are indebted to Cecilia Angeletti, Giuseppina Bani, Giuditta Barni, Elisabetta Bianchi, Flora Bonalumi, Serena Caputo, Aldo Coletto, Alessandro Coscia, Umberto Dodaro, Gabriele La Rosa, Marta Milani, Silvia Remigi, Sebastiano Solferino, Flavia Torre and Matteo Vacchini.
Finally, we are delighted to have benefited from the collaboration of Ilaria Bollati and Maria Chiara Zacchi for the set-up, the editorial staff of the publisher Scalpendi for the production of this catalogue, Anne McLaughlin for the revision of the English texts, as well as Aretina Bellizzi, Alessandra Giuliano, Lorenzo Mancini, Sara Rosini and Nicolas Bell for their help in retrieving the material. An exhibition on learning inevitably takes the curators back to their formative school years. Even a long time later, the lessons of some teachers come to mind, a legacy that all too often, in the whirlwind of adult life, we forget to acknowledge openly. We would therefore like to dedicate this exhibition to teachers Lidia Levi Fois, Paola Lorenzi and Lucia Piga.